Francesco, quale è la motivazione profonda che ti spinge a prediligere questa particolare tipologia di paziente?

L'aspetto che mi dà più soddisfazione è poter dare un aiuto concreto sia al neonato, che affronta la sua nuova vita, sia dare degli strumenti alla mamma in questa importante fase di cambiamento.

Secondo te, perché un neonato dovrebbe essere seguito da un osteopata all’inizio della sua vita?

Perché, intervenendo da subito, nel caso in cui ci fossero delle problematiche, si hanno più possibilità di risolverle. Non solo, è importantissimo anche come prevenzione.

Quali sono a tuo parere le cose che dovrebbero spingere una mamma a pensare ad una consulenza osteopatica?

I primi campanelli d'allarme sono i disturbi dell'allattamento (dolore o difficoltà) e la mobilità ridotta del capo (ad esempio tiene la testa girata spesso solo da un lato). Inoltre, è sempre utile anche per situazioni molto comuni come le colichette e i rigurgiti o deformazioni craniche (plagiocefalia), ma anche tanto altro.

Come si svolge una prima visita osteopatica del neonato?

Come per l'adulto, c'è la prima fase di raccolta dati dove l’osteopata si informa circa le fasi del parto e del primo periodo di vita del bambino. Poi c'è la fase di valutazione pratica del neonato e infine la fase di trattamento con l'utilizzo di tecniche manuali dolci e assolutamente indolori.

Cosa succede al neonato dopo la visita osteopatica?

Generalmente il neonato trova beneficio e si rilassa molto. Nei casi in cui ci fossero delle problematiche da trattare, si assiste ad un miglioramento già nei primi giorni dopo il trattamento.

Ogni quanto tempo sarebbe consigliato far visitare il neonato dall’osteopata durante il suo primo anno di vita?

Le tappe fondamentali in cui valutare il neonato sono entro il primo mese, intorno al terzo, sesto, nono e dodicesimo. Queste tempistiche sono dettate dalle diverse tappe di sviluppo che segue il piccolo nei primi dodici mesi di vita.

Passato il primo anno di vita è ancora utile andare dall’osteopata? Perché?

Sì, è ancora utile, perché la fase di crescita è la più importante. Solitamente è bene fare dei controlli annuali o biennali per andare ad intercettare preventivamente possibili disfunzioni corporee future.